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L A N C I A A R D E A
Web Site
Sito ufficiale del Lancia Ardea Club
CLUB DI MODELLO RICONOSCIUTO E
AUTORIZZATO DAL LANCIA CLUB
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La storia
dell'Ardea
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Aggiornamento: 28 Settembre 2010 |
Il 29 novembre del 1906 Vincenzo Lancia si recò dal notaio Ernesto
Torretta con 50000 lire, accompagnato dall'amico Claudio Fogolin. che
aveva in tasca una cifra analoga. Malgrado Lancia fosse ancora alle
dipendenze della FIAT come pilota, egli era lì per fondare la sua
società, la Lancia & C. fabbrica automobili. |
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Vincenzo Lancia e
Claudio Fogolin si erano conosciuti alla fiat, dove lavoravano come
dipendenti, l'uno come collaudatore e pilota, l'altro come collaudatore.
La prima sede della Lancia fu nei locali della vecchia Itala, presi in
affitto. Già nel 1911 dopo i modelli Alfa, Beta e Gamma la sede si
stabilì in via Monginevro con 26500 metri quadrati a disposizione. Molti
modelli si sono succeduti prima della nascita dell'Ardea portando alla
definizione di quelle caratteristiche tecniche d'avanguardia che
contraddistinsero tutta la produzione Lancia del tempo e che in
particolare ritroveremo anche sull'Ardea:
La frizione
monodisco a secco che venne introdotta con la Beta nel 1911.
I motori a
V stretto con valvole in testa montato per la prima volta sulla con
la Dikappa nel 1921.
La
struttura portante e le sospensioni a ruote anteriori indipendenti,
in anteprima mondiale su un automobile: la Lambda nel 1922.
La
struttura a "guida interna" e le porte incernierate l'una di fonte
all'altra senza montante centrale, due prerogative della Augusta nel
1933.
La
carrozzeria leggera e aerodinamica con quattro ruote indipendenti e
le sospensioni con ammortizzatori a liquido dell'Aprilia nel 1937. |
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Sono passati 100 anni

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L'Ardea
L’Ardea venne
presentata nell’autunno del 1939 in un contesto politico economico e
sociale molto difficile: già nell’ottobre del 35 la Società delle
Nazioni aveva deciso di applicare all’Italia delle sanzioni economiche
dal momento che venne considerata colpevole di aver invaso la Nazione
Africana. Ciò si tradusse nella riduzione della disponibilità di fonti
energetiche con la conseguente vertiginosa salita del prezzo della
benzina. La situazione a livello sociale era ancor più drammatica, una
buona parte della popolazione era analfabeta, l’alimentazione, il
principale indice di benessere era ai livelli minimi con circa 20 Kg pro
capite all’anno di carne contro i 70 di oggi. In questo contesto, non si
può certo immaginare il concetto di motorizzazione di massa e quello di
vettura popolare ossia di utilitaria non poteva essere che poco più di
un embrione. Con una guerra appena iniziata, benzina era scarsa e molto
cara, razionamento dei generi alimentari chi mai poteva pensare alle
automobili sopratutto se di lusso! Tuttavia, il grande vantaggio di
essere la copia in scala ridotta dell’Aprilia le permise di venire alla
luce in soli due anni. Fu l’ultima idea di Vincenzo Lancia morto il 15
febbraio del 1937. Egli infatti l’aveva infatti definita: “la vettura
più popolare fra quelle che ho costruito” Lo sviluppo del progetto venne
quindi portato avanti dalla moglie Adele che nel frattempo aveva preso
il comando dell’azienda e dai suoi tecnici che seguirono i programmi già
impostati da Vincenzo Lancia. il primo vagito di quella che poi
sarà l'Ardea si può identificare in un brevetto, depositato circa due
mesi dopo la scomparsa di Vincenzo Lancia, per una nuova distribuzione a
valvole in testa inclinate, comandate da un solo albero di distribuzione
azionato da una catena silenziosa munita di tenditore automatico. Si
trattava di un ingegnoso meccanismo mediante il quale un solo albero a
camme azionava, tramite otto aste molto corte (e bilancieri), le
valvole, che erano inclinate rispetto all'asse dei cilindri: il sistema
consentiva così di ottenere, senza dover ricorrere a due o più alberi a
camme, le teste emisferiche, considerate all'epoca il top per l'elevato
rendimento. Per quanto riguarda invece la linea della carrozzeria, la
signora Adele Lancia ed i suoi collaboratori non avevano alcun dubbio:
essa doveva ripetere, praticamente ridotta in scala 9/10, quella della
sorella maggiore Aprilia, già accolta con favore da pubblico e critica
ed avviata al successo.
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Il
prototipo rispetto alla versione definitiva presentava ben poche differenze.
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La
presentazione dell'Ardea venne pubblicata per la prima volta sulla
rivista
MOTOR ITALIA
del dicembre 1939. |
Grigliatura
del parafango più corta.
Coppe
ruote cromate.
Cerchi
ruota con 14 fori al posto di 12.
Supporto
luci di arresto di dimensioni ridotte.
Il
paraurti non ha le teste dei bulloni a vista.
Mancano
i deflettori sui finestrini.
Il
predellino non ha il profilo centrale in alluminio. |
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Negli anni in
cui l’Ardea è presente sul mercato (vale a dire tra il dicembre del
1939 ed i primi mesi del 1953) nessun periodico del settore
automobilistico pubblica resoconti di vere e proprie “prove su
strada” di questa piccola Lancia. Qualche impressione di guida è
riportata nel fascicolo del mese di dicembre 1939 della bella
rivista “Motor Italia”, ma l’articolo appare più che altro un
resoconto di viaggio condito da frasi che lodano, in maniera che
sembra persino esagerata, tutte le caratteristiche della vettura,
senza neppure un accenno ad un difetto, seppur minimo (fonte
Wikipedia). La rivista “Auto Italiana”, nel fascicolo datato 1
dicembre 1949, presenta la quarta serie dell'Ardea, elogiandone i
miglioramenti adottati rispetto alle già elevate qualità delle serie
precedenti . |
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I collaudi
preliminari vennero effettuati dal collaudatore Luigi Gismondi tra
Torino ed Àrdea percorrendo strade che avevano sembianza di piste.
Poche erano a quel
tempo in Italia le strade asfaltate.
All’inizio si usarono delle Aprilia pre-serie equipaggiate con
motore e cambio della futura Ardea. |
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Il montaggio della
prima Ardea, la numero 250.1001 iniziò il 30 novembre 1939.
Venne collaudata il
14 dicembre 1939 e messa in vendita il 25 gennaio 1940.
La vettura era
azzurro chiaro con interno grigio.
Il prezzo era di
26500 lire contro 31500 dell’Aprilia e 23500 della 508 C.
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Ma L’Ardea non fu
molto fortunata, almeno all’inizio. Incominciando da un nome infelice |
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In origine era
Àrdea, dall’ omonima capitale dei Rutuli, a pochi Km da Roma e vicina ad
Aprilia.
Questo nome, poco amato anche dagli stessi "lancisti", darà luogo a
discussioni circa la sua corretta pronuncia: inizialmente è la
Casa Costruttrice a suggerire l'accentatura tonica sulla prima “A” (a
dimostrarlo ci sono i primi depliant), ma alla fine prevarranno coloro
che non gradiscono questa posizione dell'accento, tanto è vero che
ancora oggi quando ci si riferisce a questo modello, lo si pronuncia il
più delle volte come Ardéa (ad essere accentata è dunque la “e”). La stessa Lancia toglierà
l’accento tonico sulla prima A sul finire della terza serie.
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I manuali delle quattro serie: con la quarta scompare
l'accento tonico |
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Qualche anno prima
dello scoppio della seconda guerra mondiale, il governo italiano aveva
promosso la creazione di un centro industriale nella zona di Bolzano,
con finalità in parte politiche, in parte strategiche. Tra le industrie
invitate a dar vita a questo decentramento vi era appunto la Lancia che
inizialmente pensava ad un semplice reparto di fonderia. La costruzione
dello stabilimento comincia nel settembre del 1935 e nel giugno del 37
la nascita ufficiale a pochi mesi dalla scomparsa di Vincenzo Lancia.
Due anni più tardi
venne iniziata la costruzione del reparto di meccanica e ci fu un
potenziamento di quelli di fonderia includendo la fusione
dell’alluminio.
Nell’ottobre del
1942, a seguito dei bombardamenti a Torino la produzione si era
spostata a Bolzano anche se riguardava mezzi militari e loro componenti.
Ma anche Bolzano non venne risparmiata dai bombardamenti ed enormi
difficoltà si protrassero fino al 1945. finalmente con la fine della
guerra si passò ad una rapida ricostruzione con precedenza agli impianti
di Torino seguita da quelli di Bolzano che vennero anche potenziati ma
che furono mantenuti per la produzione di veicoli industriali. Non vi è
quindi evidenza di vetture tipo Ardea prodotte a Bolzano.
La produzione
riprese quindi nel ’45 con la fine del conflitto e l’Ardea riprende con
la II serie, realizzata nel 1942 nonostante la guerra e che resterà in
produzione fino al 1948.
Dal 15 al 26
settembre 1948 si tenne a Torino il primo salone dopo la parentesi della
guerra e in questa occasione la Lancia presentò la III serie con
modifiche alla carrozzeria ed importanti innovazioni meccaniche come il
cambio a cinque marce: una soluzione inedita per questa categoria di
vetture.
Nel 49 seguirà,
senza evidenti modifiche, la IV serie che resterà in produzione fino al
1952 quando sarà sostituita dall’Appia. |
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L' Appia prende forma: si delinea il terzo volume.
Il prototipo di Pininfarina su base Ardea, vede
concentrate tutte le modifiche nella sola parte posteriore
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Su “il Corriere del 1953” periodico mensile anno II n. 23 viene
pubblicato un articolo dal titolo: “Appia e 1100: l’Italia che risorge.
Sull’articolo si legge: “La novità Lancia si chiama Appia e ha l’ingrato
compito di sostituire l’Ardea. Essa è un autentico miracolo di tecnica
aerodinamica mirabilmente unito ad una purezza, ad una classicità, ad
un’armonica dolcezza di linee che ne fanno uno dei più bei prodotti
della casa torinese. |
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Coinvolta in un attentato
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Questa
spettacolare e unica prima serie blue metallizzato ha vissuto i terribili
momenti della Guerra. Apparteneva al Prefetto di Brescia e rimase
coinvolta in un attentato proprio mentre si trovava alla guida.
Riportò alcuni
fori nella porta di destra oggi riparati.
La possiamo ritrovare nei nostri raduni |

Felino (PR) 2007
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Rassegna stampa
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Da
Ruoteclassiche n. 147, febbraio 2001 |
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