Qui di seguito si potranno scorrere gli
interventi sulla mia Ardea 4S
Febbraio, Marzo, Aprile 2007
il
riscaldamento |
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Febbraio 2007
le grembialine |
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Luglio 2006
la borsa degli attrezzi |
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Aprile 2005
l'impianto elettrico |
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Maggio 2005
il termometro |
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Giugno 2005
la pompa dei freni |
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Giugno 2005
il portachiavi |
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Settembre 2005
il serbatoio |
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Dicembre 2004
la scritta
Ardea sul radiatore |
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Novembre 2004
fari e specchi |
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Luglio 2004
Le foderine |
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Luglio 2010
il serbatoio |
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Febbraio, Marzo, Aprile 2007: il
riscaldamento
Col ritrovamento della Brochure
tecnica del termoauto Bosch, inizia il lavoro di
ripristino dei diffusori di aria calda alla base del
parabrezza, al momento mancanti.
1stadio, trovati i diffusori, ripuliti dalla
ruggine non passante e trattati solo col
convertitore per mantenerne l'originalità, senza
riverniciare! |
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Trovato anche il tubo diametro
32 mm, ho montato il primo all'interno del cassetto
porta oggetti, un sacrificio necessario per un
accessorio così originale.
(click sulle foto per
ingrandirle)
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2stadio,
il termoauto
Essendo irrimediabilmente
macchiato, ho deciso di smontarlo e
riverniciarlo con la vernice dell'epoca: verdino
metallizzato nitro ad effetto martellato
(click sulle foto per
ingrandirle) |
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Adesso tocca al diffusore
destro, un lavoro non facile perché nel cruscotto ci
sono strumenti e cavi |
Finalmente montato, il diffusore
destro può essere posizionato solo più in basso rispetto al
sinistro. Cavi e strumenti ne impediscono la collocazione fisica.
I tubi di collegamento, del diametro previsto dal manuale che
tuttavia non precisa di quale materiale erano costituiti. (click sulle foto per ingrandirle) |
Diffusore sinistro
(nel cassetto portaoggetti) |
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Diffusore destro
(sotto il quadro strumenti) |
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Febbraio 2007: le grembialine
Ritrovate da
Claudio al
mercatino di Ferrara Fiere, le grembialine consistono in due lamiere
sagomate e alettate, destra e sinistra, che chiudono il fondo del vano motore
per proteggerlo da acqua e fango. Sottoposte all'umidità erano
facile preda alla corrosione e quindi venivano spesso eliminate.
L'accessibilità alla meccanica ne risultava inoltre facilitata. |
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La destra è
intonsa, ricoperta da uno strato di ruggine superficiale ma che non
l'ha intaccata, la sinistra è stata protetta con una mano di
catramina. Non mancano tracce di fango. |
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Ripulita la sinistra con
diluente nitro e la destra con carta abrasiva e spazzola
rotante, sono ora
pronte per il trattamento con il convertitore di
ruggine, un agente "complessante" del ferro che ne
trasforma l'ossido (la ruggine) in una sostanza
(il "complesso") inossidabile e protettiva. |
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Ben visibili le tracce della
vernice originale di colore nero semiopaco |
Esistono diversi tipi di convertitori ma
preferisco gli spray che hanno maggiore potere penetrante e lasciano
superfici che sembrano non trattate ideali anche per proteggere un
pezzo che non si vuole riverniciare per lasciarlo intonso.
Non sarà questo il caso, le grembialine sono
troppo esposte per poterle lasciare senza vernice.
Il prodotto in questione è Svizzero
venduto da "Migros" linea Miocar, nell'area fai da te.
24 ore perchè
agisca.
Lo strato
grigiastro diventerà trasparente e la ruggine nera. |
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Prima della
verniciatura finale, una mano di fondo antiruggine per
proteggerle al meglio poi
una mano
di nero plastico (la vernice più simile al fondo
della vettura) completa il lavoro.
(click sulle foto per
ingrandirle) |
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Luglio 2006: la borsa degli attrezzi
Solo la professionalità e
la competenza di mio cugino Lauro, calzolaio di lunga data, hanno
permesso di realizzare una perfetta ricostruzione della borsa degli
attrezzi. Eccola a confronto con una originale ritrovata. |
Lauro all'opera nella sua bottega
nel centro storico di Como, le mura sono datate 1600. |
Il tempo e l'attrito della ruota di scorta segnano le
maggiori differenze. |
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Cartone rivestito di tessuto in cotone molto
grossolano, un materiale introvabile anche per la trama che non
viene più riprodotta. Quasi identico invece il materiale per i
bordi. |
Per il rifacimento abbiamo quindi optato per
un cuoio nero dall'aspetto goffrato. La somiglianza è comunque
notevole. |
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La forma a trapezio del
profilo permette l'inserimento nel vano bagagliaio tra ruota di
scorta e sportello. Un particolare già
presente nella prima serie, addirittura nel prototipo. |
La maggiore dimensione
della nuova è solo apparente, con una precisa dima in cartone sono
state riprodotte le dimensioni esatte. La vecchia sembra più piccola
solo perché schiacciata. |
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L'interno ha meno
risentito degli attacchi del tempo. |
Realizzata la nuova, la
vecchia è ritornata nella sua Ardea in attesa del restauro. |
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La borsa nella sua
sede |
Adesso bisogna ritrovare gli attrezzi. La
lista completa con tanto di immagine è nel Catalogo parti di
ricambio
(click sulle foto per ingrandirle)
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Padova 2006: ritrovati alcuni attrezzi
originali
15 051-153 -
Bacola - Menarola per dadi fissaggio ruote
6 091-015 - Baceno
- Chiave fissa 17 x 19
9 091-011 -
Bacicci - Chiave fissa 10 x 14
(click sulle foto per ingrandirle) |
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Settembre 2005
>> Luglio 2010: il serbatoio
Un problema di alimentazione
irregolare mi fa scoprire dei residui di ruggine nel
carburatore, venivano dalla parte alta del serbatoio conseguenza
di una lunga inattività della vettura con il serbatoio vuoto.
Bisognava quindi bonificarlo e trattarlo poi con una resina
protettiva per impedirgli di arrugginire nuovamente. |
Le operazioni effettuate:
1stadio:
smontaggio, lavaggio interno ed esterno ad alta pressione.
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Uno strato di
catramina lo ricopriva, il lavaggio esterno ha rimesso a nudo la
vernice originale ed anche la zona di color turchese che
riportava in origine alcune indicazioni su carburante e
lubrificanti. |
In queste
condizioni un restauro conservativo non era praticabile.
Il recupero della
vernice originale non è stato possibile. |
2 stadio:
la resina è stata introdotta dal
bocchettone dopo aver chiuso tutte le altre aperture. Ruotando
il serbatoio tutte le posizioni sono state rivestite dalla
resina |
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3 stadio:
verniciatura
rimontaggio
collegamento del rubinetto
rimontaggio del galleggiante
(delicatissimo)
(click sulla foto per ingrandirla) |
Una difficoltà
particolare l'ha data la reticella interna, non essendo
asportabile, si sarebbe impregnata di resina occludendosi,
così l'ho impregnata di grasso asportandolo poi con della
benzina per liberare le maglie. |
l'adesivo con le scritte argento su fondo
blu
Ritrovato il modello con le
scritte originali, è stato riprodotto ed è
disponibile per i soci del Lancia Ardea Club |
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Giugno 2005: il portachiavi
Trovato il logo
un mercatino ho fatto costruire un portachiavi in argento
che lo incorpora. |
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Giugno 2005: la pompa dei freni
Più che di un
restauro si è trattato di una guasto: una perdita di
liquido dopo il raduno in Valmalenco: i gommini non hanno retto
lo sforzo della discesa da Chiareggio (1800 m S.M.) ed hanno ceduto. Nessun
problema nei 130 Km del ritorno, ha sempre frenato
correttamente. |
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L'occasione per
ripulire il circuito frenante e sostituire anche un tubetto.
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Maggio 2005: il termometro
Nonostante la
strumentazione sia estremamente completa per un vettura
presentata nel 1938 manca inspiegabilmente il termometro
dell'acqua. Praticamente indispensabile col traffico di
oggi, ero convinto di montarne uno "moderno" come
quello nella
foto a sinistra ma sapevo dell'esistenza del termometro "Metron"
nello stile della strumentazione già presente. Ne avevo infatti
visto l'immagine su "Ardea e Appia" edito da Giorgio Nada (foto
a destra). |
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Un autentico colpo di
fortuna mi permette di trovarne uno, praticamente nuovo, mai
montato ma comunque vecchio di 50 anni. Purtroppo non
funzionante in quanto aveva perso il "gas" di riempimento (una
miscela di petrolio ed eteri) ma le grande abilità di
Franco Rodighiero lo ha rimesso perfettamente in funzione individuando
e sigillando la piccola fessura interna e ricaricandolo
nuovamente questa volta con etere isopropilico. A differenza di
quanto all'inizio pensavo non era mercurio. |
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Posteriormente allo
strumento un supporto con due lampade ne permette
l'illuminazione notturna. la luce penetra all'interno attraverso
due feritoie semitrasparenti e vi diffonde. I numeri si
illuminano in verde.
Lo stesso dispositivo,
uno per ogni strumento,
illumina anche il resto della strumentazione. |
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Risultato finale
di notevole effetto considerando anche la piccola "plancetta" nella quale è
stato inserito assieme ad altri comandi e spie supplementari. |
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Aprile 2005: l'impianto elettrico
Nonostante fosse
perfettamente funzionante, l'impianto elettrico non rispettava
minimamente lo schema di origine ed era stato rifatto con
materiali non idonei come i fili in PVC al posto di quelli
sterlingati. Numerosi comandi erano stai alterati:
le frecce a bacchetta si
azionavano in contemporanea ossia destra e sinistra insieme.
sul piantone un devio comandava
fari e indicatori di direzione.
spie supplementari comparivano
in una plancia aggiuntiva sotto il volante, c'era perfino
l'accendisigari.
morsettiere varie erano sparse
ovunque.
Da qui la decisione di procedere d un
rifacimento completo dell'impianto elettrico naturalmente
facendo riferimento ad uno specialista del restauro: Giulio
Peroni. |
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L'operazione
venne condotta direttamente nel mio garage, lo schema di riferimento
è stato quello originale riportato nel manuale d'uso e manutenzione
come si usava fino a non molti anni fa prema che l'elettronica
dominasse. |
Sollevata la vettura,
si è cercato di smontare il meno possibile.
La parte più
interessata è stata l'abitacolo e soprattutto il cruscotto, interamente smontato.
Lo smontaggio del
cruscotto ha permesso di stabilire inequivocabilmente che la
vettura non è mai stata restaurata radicalmente. |
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Dicembre 2004: la scritta
Ardea sul radiatore
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Tutto partì da questa foto
dell'Ardea Panoramica su RC agosto 2004 e dalla conferma che la
scritta sul radiatore fosse un accessorio dell'epoca. |
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Alcune ricerche nei
mercatini: era introvabile.
Non restava altro che
ricostruirla partendo da una piastra di alluminio.
click sulla foto per ingrandire |
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Approfittando delle
vacanze natalizie con un set di lime, carta abrasiva ed
attrezzi vari mi sono messo all'opera.
Sono stati necessari
alcuni giorni di lavoro, ma il risultato è stato di sicuro
appagante.
Trovate anche le viti a
taglio con testa emisferica per il fissaggio.
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Novembre 2004: fari
e specchi
Lo specchio retrovisore interno
Luglio 2004: tolte le foderine
Negli anni
60 era una pratica usuale mettere le foderine quando i sedili
erano sporchi.
Ci penso per due
giorni poi decido: ne smonto una.
Ed è stata una
grande emozione!
Sotto quella
plastica uno strato di feltro poi il panno Lancia originale
grigio conservato. Era solo sporco, esattamente come supponevo.
Le ho smontate tutte: interno perfetto. A conferma
dell’originalità, due etichette cucite con la scritta “Lancia
Ardea n. 301 - 29 Novembre 1949. Schiuma secca e tanta
pazienza ed è ritornato come nuovo.
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Solo le tarme, laddove
la plastica delle foderine non arrivava, hanno banchettato! |
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