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Le
concorrenti
dell'Ardea
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Aggiornamento:
24.07.2021 |
Nel panorama automobilistico italiano
ed europeo tra il 1939 e il 1952, il concetto di utilitaria è
agli albori, l'incombenza della guerra ferma non solo i progetti ma
anche le idee. Lo spirito creativo soccombe alla triste realtà e solo
con la ricostruzione ci sarà una svolta tecnica e stilistica che
nella seconda metà degli anni 50 si affermerà definitivamente con la
motorizzazione di massa, un fenomeno, sicuramente positivo ma
intrinsecamente fondato sull'economicità di progetto. Ciò contrasta
nettamente con la filosofia Lancia che dalla sua nascita costruisce
vetture tecnologicamente avanzate, complesse e raffinate, destinate ad
una clientela d'elite, esigente ma non certo alla portata di tutti. Il
non adattamento a questa nuova concezione dell'automobile ha
sicuramente contribuito a portare la Casa sulla via di un lento declino
dati i costi di produzione molto più alti di quelli della concorrenza
con il risultato finale dell'acquisizione da parte di Fiat ed una svolta
qualitativa che perdura ancora oggi. Poco sensato è il confronto
dell'Ardea con le utilitarie a motore posteriore anche se
anteguerra come la Volkswagen Maggiolino (Kafer),
capostipite delle utilitarie.
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FIAT 1100 B-E
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La concorrente più diretta dell'Ardea fu senza
dubbio la FIAT 1100 B/E presentata nel 1939 come evoluzione della FIAT
508 C del 1937. Essa venne denominata musone per la grande
calandra spartivento. La
1100, pur di cilindrata maggiore, offriva prestazioni sostanzialmente
simili all'Ardea ma costava decisamente meno. Nel 1940 l'Ardea costava
26.500
Lire, la 1100: 23500. Nel 1948, l'Ardea 1.260.000 Lire, la 1100:
1.048.000.
A favore della Lancia vanno ascritti un minor consumo, ingombri ridotti,
una maggiore raffinatezza e, come sempre, un miglior grado di finitura.
Queste qualità avevano evidentemente un prezzo elevato che soltanto i “lancisti”
affezionati furono disposti a pagare.
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Simca 8
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Introdotta nel 1938, la Simca 8 era la
replica della Fiat 508C "Nuova Balilla" prodotta dalla Simca su licenza
concessa dalla Fiat. Occupava quindi una fascia medio-bassa, un settore
in cui la concorrenza non era ai livelli attuali, ma stava comunque
cominciando a crescere. Il corpo vettura e la meccanica ricalcavano la
"sorella" italiana. Abbiamo quindi esternamente un frontale con calandra
ad uovo e tondi fari sporgenti bene in evidenza. La carrozzeria era più
morbida ed aerodinamica rispetto a quella della Simca-Fiat 6CV che
andava a sostituire. Il motore era un 4 cilindri da 1089 cc di
cilindrata, in grado di erogare una potenza massima di 32 CV a 4200
giri/min. La distribuzione era a valvole in testa. Le
sospensioni erano a ruote indipendenti all'avantreno e ad
assale rigido al retrotreno.
L'impianto frenante si avvaleva di freni a tamburo sui due
assi con circuito idraulico. La trazione era
posteriore ed il cambio era a 4 marce. La velocità massima
era di 110 km/h.La Simca 8 riscosse un buon
successo in Francia, mentre in Italia si puntò ovviamente sulla versione
con marchio Fiat, un po' per i dazi doganali per un' auto estera
campanilismo, ma soprattutto perché all'epoca(ricordiamo che
l'auto, pur essendo di origine italiana era marchiata Simca ed era
assemblata in Francia) rendevano sconveniente comprare oltreconfine.
Alla fine della Seconda guerra mondiale, in Italia era già in listino la
Fiat 1100 B al posto della 508C, mentre in Francia, la Simca 8 continuò
imperterrita senza farsi sostituire dal nuovo modello italiano. Anzi,
usufruì di un lieve restyling di dettaglio, che interessò in particolare
paraurti e calandra. In questa occasione, ricevette un nuovo motore,
sempre di origine Fiat e della cilindrata di 1221 cc, in grado di
erogare 41 CV. Nel 1948 fu introdotta anche la Simca 8 Sport, più
potente, con i suoi 50 CV ed in grado di raggiungere i 135 km/h di
velocità massima. La Simca 8 Sport fu tolta di produzione nel 1950. La
berlina le sopravvisse di un anno, per poi essere pensionata nel 1951.
Fu sostituita da due vetture: inizialmente, in alto, la sostituì la
Aronde, mentre più in la, nella fascia bassa, arrivò la Simca 1000. |
Renault Juvaquatre
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La vettura fu
presentata al Salone di
Parigi
nel 1937 e fu messa in produzione
all'inizio dell'anno seguente. La Juvaquatre fu la prima Renault a
scocca portante e fu l'unica Renault prodotta sia prima che dopo la
seconda guerra mondiale. Era inizialmente equipaggiata da un propulsore da un litro di
cilindrata, ponendola in diretta concorrenza con vetture come la
Peugeot 202,
la neonata Opel Kadett e la
Fiat 1100.
Lo scoppio della guerra. Tale evento non interruppe la produzione della Juvaquatre.La Juvaquatre fino al 1953 era disponibile
subito con un motore conosciuto come Type 488, a 4 cilindri da 1003 cc,
con una potenza massima di 24 CV a 4000 giri/min. Tale motore aveva la
distribuzione a valvole laterali, mentre l'alimentazione era affidata ad
un carburatore Solex. Il cambio era a 3 marce, con prima non
sincronizzata, e con trazione sulle ruote posteriori. La velocità
massima era di 100 km/h. Successivamente al 1953 venne esaltato lo
spirito utilitario della vettura con un propulsore meno potente ma più
economico nei consumi. Venne poi sostituita dalla R4 utilitaria per
eccellenza.
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Peugeot 202
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La 202 nacque nel 1938 per sostituire la già
anziana 201, oramai non più al passo con gli stilemi dell'epoca, che a
quel punto prevedevano una devozione maniacale verso tutto quanto
contribuisse all'aerodinamica della vettura. Le Peugeot prodotte nella
seconda metà degli anni trenta rappresentavano il trionfo delle forme
sinuose e sfuggenti e la 202 non faceva eccezione: appariva come una
versione in scala ridotta delle Peugeot 402 e 302 già in listino
rispettivamente dal 1936 e dal 1937. Tra gli elementi maggiormente
caratterizzanti vi furono la calandra che incorporava i due fari
sistemati in posizione molto centrale dietro la griglia. Ciò permetteva
una riduzione consistente degli attriti aerodinamici e una conseguente
riduzione dei consumi. Anche il resto della vettura era disegnato in
funzione dell'aerodinamica: forme morbide e sfuggenti si notavano anche
nella parte posteriore, dove erano evidenti le carenature sui passaruota
posteriori, una caratteristica presente anche sulle altre due vetture
che componevano la gamma. La 202 si poneva alla base della gamma
Peugeot, ed era equipaggiata dall'unità motoristica TG, un 4 cilindri in
linea da 1133 cc in grado di sviluppare 30 CV di potenza massima. Il
prezzo contenuto e la linea accattivante ne decretarono il successo.
La meccanica riprese sostanzialmente quella della 201, con sospensioni
anteriori a ruote indipendenti. La 202 fu prodotta in due periodi
separati: il primo periodo è compreso tra il 1938 ed il 1941. Dopodiché,
essendo entrati in pieno conflitto mondiale la produzione fu interrotta
per poi essere ripresa dal 1946 fino al 1948, anno di fine produzione
della 202. Durante questi due periodi, e precisamente nel 1939, la 202
fu proposta anche in una splendida versione cabriolet. Furono creati
anche pochi esemplari in versione Eclipse, con tetto ripiegabile in
metallo, che divenne il modello di punta della gamma. Non mancarono le
versioni commerciali: per tale utilizzo, la 202 fu proposta sia in
versione pick-up, sia in versione commerciale, cioè una station wagon
con vano posteriore adibito al trasporto merci.
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Ford
Taunus
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Erede diretta della
Eifel,
la Taunus (sigla interna G93A) si ispirava nelle sue linee alla Lincoln
Zephyr. Mossa da un 4 cilindri di 1172 cc e 34 CV, era una berlina 2
porte che presentava l'innovazione del telaio monoscocca. Prima della
cessazione della produzione, nel
1942,
verrà prodotta in 7092 unità. Passato il conflitto, la Ford ripresentò
nel
1948
la Taunus, ora siglata G73A. Dal
1949
fu disponibile anche come autotelaio, per allestimenti speciali da parte
dei carrozzieri (i quali la allestiranno in versione berlina a 4 porte,
familiare a 3 porte e cabriolet 2/4 porte). Nel
1950
venne lanciata la Taunus Spezial, con cambio 4 marce al volante, griglia
del radiatore cromata, paraurti maggiorati e lunotto ingrandito. Il
1951
vide l'ingresso nella gamma della Taunus deLuxe, meglio accessoriata e
con parabrezza in pezzo unico. La produzione cesserà nell'autunno
1952,
quando la produzione della "Taunus 12M" sua erede era già iniziata.
Ford (GB) Prefect
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1938-1949: La Prefect
E93A venne introdotta nel 1938, primo modello Ford prodotto al di fuori
degli stabilimenti di Detroit, Michigan. La produzione avvenne negli
impianti di Dagenham, Essex. La vettura fu esplicitamente progettata per
il mercato britannico e come motore venne utilizzato il quattro cilindri
in linea a valvole laterali di 1.200 cc. Il circuito di raffreddamento
era sprovvisto di pompa e la circolazione del liquido avveniva per
convezione. L'avviamento del motore avveniva attraverso un'apposita
manovella esterna, in quanto la batteria da 6V non aveva potenza
sufficiente per l'operazione. Anche i tergicristalli funzionavano
attraverso una pompa collegata al motore. Questo fece sì che nelle
salite o al di sotto dei 60 km/h, tendessero a fermarsi per poi
riprendere appena finita l'ascesa o riguadagnata la velocità.
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1949-1953 E493A: Nel secondo dopoguerra la
Prefect subì poche modifiche. Nel 1952 vennero apportate alcune
modifiche ai fari, spostati sui parafanghi, e agli indicatori di
direzione, montati anch'essi vicino ai fari. Nel mercato inglese
era disponibile solo la versione a quattro porte berlina, perché la
fascia delle due porte venne coperta dall'Anglia. I freni rimasero a
tamburo e la vettura montava ancora delle balestre trasversali. La
Prefect testata dalla rivista britannica: The Motor, nel 1948, raggiunse
la velocità massima di 98 km/h e accelerò da 0 a 80 km/h in 22,8 sec. I
consumi furono di 8,51 l/100 km. L'auto testata possedeva gli interni in
pelle ed era costata 412£ tasse incluse. Sempre secondo la rivista The
Motor, la Prefect E493A fu la quattro porte meno costosa del mercato
britannico. Alla fine della produzione, vennero assemblate 192229
vetture.
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Vauxall 10
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1937-1946 1203 cc
Introduced in 1937 at a time when engine size was restricted by taxation
and the 10 h.p. class was a highly competitive market, the "10" was
designed to provide a low rated car with a large car "feel".
Independent front suspension and low weight against size were two of the
goals. This was the first British car with "integral" construction
- no chassis. The front suspension was by enclosed torsion bars and there
were very effective hydraulic brakes.The "10" was an outstanding success
and really was a modern car compared to its competition.The two we had were equipped with full
leather upholstery and sunshine roofs. They were very good performers
capable of 75 mph and 40 mpg. |
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Wolseley 8
The Wolseley 8
was produced from 1946 to 1948. Engine 0,9 liters , 33 hp
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