Finita la guerra,
gli stilisti italiani furono chiamati a immaginare l'auto del
futuro, partendo però quasi sempre da vecchi autotelai. Fra tutti,
Zagato fu il più spregiudicato: nel 1947 propose una rosa di vetture
dalle ampie superfici vetrate e dalle forme arrotondate, cui diede
il nome di "Panoramica".
La vettura con cui Zagato inaugurò nel 1947 la serie "Panoramica" fu
una Fiat "1100", caratterizzata da un abitacolo ampio e luminoso,
nel quale le superfici trasparenti erano sapientemente realizzate
con un mix di cristallo e plexiglas, un materiale allora
sperimentale che permetteva la curvatura.
Vieri Rapi, l'ingegnere dell'Isotta Fraschini che al tempo
collaborava con Zagato, utilizzò il plexiglas nella parte superiore
del parabrezza, per il grande lunotto e i finestrini. Una soluzione
modernissima che offriva al pilota un’ampia visibilità e al
passeggero una vista, appunto, panoramica. Questo tipo di vettura
ricevette un brevetto che Zagato utilizzò per le realizzazioni
automobilistiche fra il 1947 e il 1950.
Con il nome "Panoramica", Zagato commercializzò un centinaio di
vetture; le motorizzazioni erano di serie, ma a volte Zagato
interveniva anche sui propulsori con l'aiuto del preparatore Facetti
di Bresso o della Casa dell'Auto di Torino, che gli forniva le
speciali preparazioni "Testa d'oro". Il modello più diffuso fu
quello realizzato su meccanica Fiat "500" ("Tipo B" e "Tipo C").
Pezzi unici furono, invece, la Ferrari "166 MM", la Maserati "A6
1500", l'Alfa Romeo "8C 2300", la Lancia
"Ardea" e la MG.
(fonte:
Ruoteclassiche) |