Foto e cartoline d'altri tempi
Castel Guelfo
(BO) primi anni '60
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Questo furgoncino aveva il
paraurti, forse un accessorio after market?
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A
sinistra William Gubellini da Bologna all' età di
circa 5-6 anni e la sorella Valeria davanti alla
Lancia Ardea 4a serie del papà Gastone.
Comprata usata. All'interno aveva montato un sistema
di riscaldamento rudimentale fai da te ottenuto
semplicemente deviando i condotti del radiatore; un
tanto per dare un minimo di sollievo durante le
stagioni fredde. |
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L'Ardea della nonna di Hermann il
nostro socio da Vienna
click sulla foto per
ingrandirla |
Anni 50: Stefano da Como
vicino all'Ardea del papà |
Torino anni 50 |
click sulla foto per ingrandirla |
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Con le galline nel cortile
Si riconosce dalle
finestre: villa Beldosso a Carate Brianza, la sede
del Registro Storico Lancia, oggi e negli anni 50.
L'Ardea
promiscuetta carrozzata Riva di Merate (LC)
apparteneva a Guido Lamperti, da sempre stimatissimo
Conservatore del Registro Storico Lancia. |
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Varie
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Il segno della Guerra
Dintorni di Varese
Quando il "gratta e sosta" non era stato ancora
inventato!
Una Moto col motore dell'Ardea
Che relazione c'è tra questo
bellissimo aereo da turismo e l'Ardea?
Molto semplice, l'impianto
frenante è lo stesso!
Il velivolo è un Aermacchi
MB308 del 1948 ed è stato restaurato da Andrea Rossetto, per
maggiori informazioni
www.hag-italy.it
Click sulle foto per
ingrandirle.
Essere
predestinati!
Nel catalogo parti ricambio
della Ardea prima serie a pagina 156 prima edizione
Aprile 1940, il motto telegrafico per la "guida
superiore asta sospensione anteriore" è:
Aleotti
Lo stesso si ritrova nella
VI edizione del Maggio 1951 a pag. 302 e sempre
riferito alla tav. 39, particolare n. 17
corrispondente a 250 73041.
Il destino di essere
Fondatore e Presidente dell'Ardea Club e del
Registro Ardea era già scritto fin dalla nascita
dell'Ardea! |
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Personaggi illustri
Era molto apprezzata
da notai, avvocati, farmacisti, medici
e alcuni personaggi
famosi l'hanno posseduta
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Vincenzo Lancia |
Adele e Gianni Lancia
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Gino Bartali
(click sulle foto per ingrandire)
Questa 2a serie targata Firenze è appartenuta
nientemeno che a Gino Bartali, il grande corridore.
"Il campione Fiorentino aveva una autentica
passione per le belle auto" ed è proprio il caso di dirlo!
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L'immagine lo ritrae con la moglie
Adriana, la vettura è sicuramente una seconda serie, la targa
infatti è del 1946.
Impossibile riconoscerne il colore ma
potrebbe essere marrone o verde.
Si noti l'antenna
dell'autoradio, applicata nelle feritoie della
fiancata evitando così di forare la carrozzeria
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Ardea prima
serie 1940 - Guido Morselli |
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Guido Morselli,
scrittore di Gavirate (VA) autore di numerosi saggi,
racconti, romanzi, commedie, quasi tutti pubblicati
postumi
(click sulle foto per ingrandire). |
Enzo Ferrari aveva posseduto un' Ardea.
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Si fermava sempre al
ristorante Ubersetto di Formigine (MO), a pochi
chilometri dalla fabbrica di Maranello
parcheggiandovi la fiammante Ardea.
Siamo circa nel '43 e
aveva appena traslocato lo stabilimento da Modena a
Maranello.
La prima 166 Inter venne disegnata da
Carlo Felice Bianchi Anderloni fondatore della
carrozzeria Touring. Anderloni, ispirato dalla
piccola ma spaziosa Ardea di Enzo Ferrari, la prese
come modello per le dimensioni dell'abitacolo della
166.
(click sulle foto per ingrandire)
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Ardea
è un nome di donna
La signora Ardea da Trieste scrive:
Da: Ardea
B.
Inviato: giovedì 22 settembre 2011 21:37
A:
info@lancia-ardea.it
Oggetto: Ardea
Gentile Sig. Aleotti,
ho scoperto per caso il sito della Lancia Ardea e
curiosando ho letto pure che Ardea era un nome femminile del
passato. A riprova ho letto il necrologio ingiallito in cui si
annunciava la morte di una signora Ardea. Io abito a Trieste, mi
chiamo Ardea e conosco o comunque so dell'esistenza nella mia
città di perlomeno altre 5 signore che portano questo nome. E'
vero, siamo in estinzione, anche perché siamo tutte sulla
sessantina, ma non siamo ancora estinte. Nel caso del nome
femminile, esso viene pronunciato, perlomeno nella nostra zona,
Ardéa, cioè con l'accento sulla seconda sillaba. Nella stessa
maniera pronunciamo anche il modello della Lancia. Vedo invece
dal logo che la pronuncia esatta è: Àrdea. Immagino comunque
conosca anche la città laziale che porta lo stesso nome,
città che fu la capitale dei Rutuli, antico popolo preromano
citato anche nell'Eneide. Avete mai fatto un raduno Ardea in
Ardea? Comunque complimenti per il suo sito.
Ardea P. B.
PS: mi ha dato l'idea per una ricerca delle persone che
portano questo nome in tutt'Italia!
Ci conteremo come si fa con gli animali in via
d'estinzione! |
Per quest'altra signora, purtroppo il nome è un
necrologio a testimoniarlo
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Àrdea
La città laziale non solo ha dato il nome alla
vettura ma è stata il punto di arrivo per i collaudi
che si svolsero infatti tra Torino e Ardea su strade
praticamente sterrate.
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Ardea, antica
capitale dei Rutuli, è un comune italiano di 39.170
abitanti (demo.istat.it 31/12/2007) della provincia di
Roma.
Ardea sorge su una rocca
tufacea, in vista delle propaggini occidentali dei Colli
Albani, dalla quale domina la zona circostante; il
comune è inserito nell'Agro Romano e si estende a sud di
Pomezia, con ai lati la veduta dei Castelli romani e del
Mar Tirreno, confinando a sud con il comune di Aprilia.
Le origini mitiche
Il mito ha elaborato varie
versioni sulle vicende della fondazione della città di
Ardea, legate al racconto dello sbarco di Enea sulle
coste del Lazio e quindi alla nascita di Roma. Una prima
leggenda, riportata da Dionigi di Alicarnasso, fa
risalire la fondazione della città ad Ardeas, figlio di
Odisseo e Circe. Una diversa versione lega le origini di
Ardea, nel XV secolo a.C. a Danae, figlia del re di
Argo, che dopo la nascita di Perseo da Zeus, sarebbe
giunta sulle coste laziali e avrebbe sposato il rutulo
Pilumno. Insieme decisero di fondare una nuova città: il
luogo fu scelto in corrispondenza di una ripida rupe
tufacea, scoperta risalendo il fiume Incastro su una
piccola imbarcazione. Ovidio riferisce l'origine del
nome di Ardea all'alzarsi in volo di un airone cenerino
(ardea cinerea) dopo l'incendio e la distruzione della
città ad opera di Enea, vittorioso sul re rutulo Turno,
figlio di Dauno, che a sua volta era figlio di Danae e
di Pilumno.
Rutuli e Romani
A più riprese gli Ardeati furono alleati o nemici di
Roma, nell'ambito delle vicende della Lega Latina: un
primo attacco sotto Tarquinio il Superbo, di cui parla
Tito Livio, sembra non avesse avuto successo, e poco
dopo, nel primo trattato tra Roma e Cartagine del 509
a.C., la città era riportata tra gli alleati dei Romani.
Nel corso del V secolo a.C. la vita cittadina fu
dominata dalla contesa contro i Volsci e nel IV i Galli,
dopo aver saccheggiato Roma, si rivolsero contro Ardea e
la assediarono, senza successo; furono anzi gli Ardeati,
guidati da Furio Camillo, in esilio nella città, che
dopo aver respinto l'assedio, marciarono verso Roma e la
liberarono dall'occupazione gallica.
Nel secondo trattato romano-cartaginese del 348 a.C.,
Ardea è nuovamente nominata tra le città alleate dei
Romani. A quest'epoca risale il rifacimento delle mura
di cinta: il precedente triplice recinto difensivo venne
sostituito da mura in opera quadrata, di cui si
conservano alcuni resti, che cingevano i pianori
dell'Acropoli e della Civitavecchia. Tuttavia, durante
la seconda guerra punica, Ardea fu una delle dodici
colonie che rifiutarono ai Romani gli aiuti militari.
Dopo la sconfitta cataginese, i Romani si rivolsero
contro le città ribelli della Lega Latina
sconfiggendole, e le privarono dell'autonomia.
Tra il III e il II secolo a.C. Ardea decadde,
probabilmente soprattutto per la crisi economica dei
centri laziali, le cui risorse si erano prosciugate
nelle guerre puniche e nella successiva guerra contro i
Sanniti. La città era quasi completamente in abbandono
entro l'età imperiale romana, sebbene resti di abitato
sopravvivessero fino al V secolo, mentre delle grandi
ville furono costruire lungo la via in direzione del
mare.
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Medioevo ed età moderna
La città, sopravvissuta probabilmente come piccolo luogo
fortificato, riprese a crescere solo dal IX secolo, in
seguito al progressivo spopolamento delle domus cultae,
piccoli centri agricoli fondati dai papi nelle campagne
per la coltivazione e la bonifica, e alle necessità di
difesa contro i Saraceni.
Ardea ospitò nel 1118 papa Gelasio II in fuga da Roma
per sfuggire all'imperatore Enrico V che pretendeva la
conferma dei privilegi concessigli nel 1111 dal suo
precedessore, il papa Pasquale II, e l'incoronazione in
San Pietro.
Nel 1130 l'antipapa Anacleto II attribuì la civitas
Ardeae ai monaci benedettini della Basilica di San Paolo
fuori le mura. Successivamente il controllo feudale
della città fu oggetto di aspre contese tra le famiglie
nobiliari romane. Nel 1419 papa Martino V diede la città
ai propri familiari, i Colonna. Il feudo passò
successivamente ad altre famiglie papali: dai Borgia
tornò ai Colonna, finché nel 1564 venne venduto ai
Cesarini. In questo periodo la città visse
essenzialmente come borgo agricolo, seguendo le sorti
delle famiglie che di volta in volta la governavano.
Nel 1816 a causa dell'esiguo numero di abitanti, la
città divenne una frazione di Genzano di Roma e il
borgo, alla vigilia della bonifica integrale pontina,
risultava disabitato. A partire dal 1932 l'area
circostante fu oggetto di lavori di bonifica idraulica,
regimentazione delle acque e appoderamento, curati
dall'ONC e dai consorzi di bonifica, cui seguì il
ripopolamento controllato del centro e delle campagne
circostanti. Il borgo fu praticamente "ri-fondato",
ristrutturandone i resti, e divenne parte del comune di
Pomezia fin dall'atto della sua costituzione.
Nel 1970 Ardea tornò ad essere comune autonomo. (Fonte
Wikipedia).
Geografia e clima
L'origine geologica di
quest'area si deve prima all'emersione dal mare del
terreno, caratterizzato da lagune e paludi, e quindi dal
deposito di consistenti strati di tufi e pozzolane di
origine vulcanica in seguito alle eruzioni del
cosiddetto Vulcano Laziale. Raffreddandosi il materiale
vulcanico si era spaccato, costituendo profonde e
strette gole, che si addolciscono mano a mano che si
procede verso sud.
La costa, formata da
lunghe spiagge sabbiose, era caratterizzata dalla
presenza di dune conservatesi, oramai, solo in alcuni
tratti.
Il clima di Ardea è
compreso nella regione climatica "Tirrenica
meridionale", che risente fortemente dall'influenza del
mar Tirreno, la cui distanza massima dall'estremo
confine del Comune è di circa dodici chilometri. Il
clima è caratterizzato da estati molto calde rinfrescate
da venti termici provenienti dal mare, da forti piogge
autunnali e primaverili e dalla presenza di correnti
umide soprattutto durante l'inverno.
Preistoria e
protostoria
Il territorio di Ardea era già frequentato nel
Paleolitico e sono state rinvenute tombe dell'età del
rame, con sepolture in posizione rannicchiata, risalenti
agli inizi del II millennio a.C..
Nell'età del ferro dei villaggi di capanne si erano
insediati sui tre pianori sui quali sorge ancora oggi la
città (Civitavecchia, Acropoli e Casalazzara), dove sono
state rinvenute le tracce dei fori di palo delle capanne
e una necropoli a "Monte della Noce", sul pianoro della
Civitavecchia, con tombe a fossa infantili e una tomba
principesca femminile dell'VIII secolo a.C., con ricco
corredo.
Plinio riporta il popolo dei Rutuli, a cui appartenevano
anche i centri di Antium, Satricum e Lavinium, come uno
dei più antichi popoli del Latium vetus. Ardea, nata
come agglomerato essenzialmente agricolo, si sviluppo
tuttavia soprattutto grazie agli scambi commerciali,
favoriti dalla posizione della città, compresa tra
Latini, Volsci ed Etruschi e dotata di un porto-canale
alla foce del fiume Incastro (Castrum Inui). Nei secoli
dall'VIII al VI fu uno dei centri più importanti del
Lazio meridionale, con un ricco artigianato e oggetti
importati anche da regioni lontane.
La città arrivò al suo periodo di massimo sviluppo
durante nel VII secolo a.C. e furono occupati da edifici
religiosi e civili l'Acropoli e la Civitavecchia. Era
particolarmente rinomata per la produzione di armi e di
oggetti ornamentali. |
Le immagini
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Mura e porta della città
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Interno della città vecchia
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Interno della città vecchia
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La piazza
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Le mura
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Le mura
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Ardee (Irlanda)
Esiste poi una specie di volatile
che si chiama Ardea cinerea ovvero Airone cenerino
Descrizione
L'Airone cenerino (Ardea cinerea,
Linnaeus 1758), è una specie appartenente all'ordine dei
Ciconiiformes e alla famiglia degli Ardeidi.
L'Airone cenerino ha 4 sottospecie :
Ardea cinerea cinerea
Ardea cinerea firasa
Ardea cinerea jouyi
Ardea cinerea monicae |
Aspetto
Airone di grandi dimensioni ha il piumaggio di colore grigio
sulla parte superiore e bianco in quella inferiore. Le zampe e
il becco sono gialli. L'adulto ha piume nere sul collo e un
ciuffo nucale nero molto evidente che si diparte dalla sommità
posteriore e superiore dell'occhio. Nei govani domina il colore
grigio. Come tutti gli aironi vola tenendo il collo ripiegato ad
esse.
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Distribuzione
Diffuso in Pianura Padana soprattutto lungo i fiumi e nella zona
della Lombardia e del Piemonte dove è dominante la risaia.
Presente anche nel basso Veneto ed in Toscana, lungo le sponde
dell'Arno e nella alta valle del Velino. Abbondante anche lungo
il Tevere e i suoi affluenti. La presenza dell’Airone cenerino è
segnalata altresì nel bacino del Misa (Marche centrali) ma si
nutrono dubbi sulla nidificazione in questo sito. Gregario,
nidifica in colonie denominate garzaie insieme ad altre specie
di Ardeidi. Oltre all'Italia, l'airone cenerino è presente nel
resto d'Europa, in Asia e in Africa escluse le zone artiche e i
deserti. |
Biologia
Non essendo migratore inizia a costruire il nido già da
febbraio. Le uova, deposte dalla metà di marzo, sono 4 - 5 per
nido e la cova dura circa 25 giorni. I giovani sono nutriti nel
nido per circa 50 giorni. L'Airone cenerino si nutre di pesci,
rane, girini, bisce d'acqua e invertebrati, in minor misura
anche di piccoli mammiferi.Stato di conservazione [modifica]
L'Airone cenerino è minacciato dalla caccia e dall'inquinamento
delle acque dovuti a scarichi fognari abusivi.
(fonte Wikipedia) |
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